Nomadi digitali. Viviamo. Lavoriamo. Viaggiando

Vivere, lavorare viaggiando. Analizziamo la vita fuori dagli schemi, senza limiti, di chi ha scelto di essere nomade e allo stesso tempo connesso con il mondo: i nomadi digitali.

Vivere, lavorare viaggiando. Analizziamo la vita fuori dagli schemi, senza limiti, di chi ha scelto di essere nomade e allo stesso tempo connesso con il mondo: i nomadi digitali.

Cosa significa nomadi digitali?

Essere nomadi digitali prima ancora che un lavoro è uno stile di vita: c’è chi parla di YOLO, chi di laptop lifestyle. Per i nomadi digitali le tecnologie digitali diventano un mezzo per la propria realizzazione personale, per poter conoscere e integrarsi con altre culture o business community internazionali. Un mezzo per poter gestire il proprio tempo in libertà.

Il digital diventa il mezzo per poter lavorare viaggiando, come veri e propri nomadi, in giro per il mondo, passando solo alcuni mesi in un solo Stato.

I nomadi digitali lavorano da remoto portando all’estremo il concetto di smart working. Dal bar, dalla biblioteca, dal mare, da bordo piscina dalla montagna, in un co-working, da casa. Dove preferiscono: basta ci sia il Wi-Fi.

Dunque i nomadi digitali possiedono in linea generale 2 caratteristiche:

  • usano le tecnologie più moderne, internet, la comunicazione digitale per lavorare
  • non lavorano sempre nello stesso stato o ufficio fisico: sono nomadi, appunto.

Come si diventa nomadi digitali?

Non esiste una guida univoca che può valere per tutti. Ad ogni modo si possono seguire alcuni passi prima di pensare concretamente di diventare nomade digitale.

Step 1: occorre scavare dentro se stessi. Non basta sentirsi cittadini del mondo, essere sognatori, viaggiatori seriali. Occorre scoprire le proprie passioni, le proprie attitudini, essere onesti con i propri limiti evitando di cadere in vicoli ciechi senza via d’uscita e, quindi, chiedersi:

  • Quali abilità possiedo?
  • Quali competenze dovrei acquisire per poter lavorare in autonomia?
  • Sono pront* ad essere liber* a rifiutare, a dimenticare davvero il posto fisso, la vita sedentaria e ad affrontare/accettare le difficoltà personali e professionali di una vita sempre in viaggio: le difficoltà di una vita autonoma da freeleance?
  • Sono dispost* a studiare in continuazione per migliorare le mie abilità e le soft skills necessarie ad operare con altre culture?

Step 2.: Orientato il proprio mindset, consapevole dei tuoi talenti, puoi passare a:

Come pianificare la vita da nomade digitale?

  • Prima di partire: Crea una rete, un network di contatti, partecipando a forum, social, siti web dove è possibile confrontarsi con chi è già nomade digitale. Questo vale anche per i potenziali clienti. Uno sguardo ai siti a loro dedicati permette di avere più chiara quale strategia intraprendere per crearsi un portafoglio clienti e iniziare davvero a monetizzare, viaggiando.
  • Cura il tuo personal branding digitale. Sito web aggiornato e ottimizzato lato SEO, apertura pagine social come Facebook, Instagram, account Twitter, etc.
  • Organizza il viaggio con largo anticipo.
  • Stabilisci in quanti luoghi vuoi lavorare all’anno
  • Controlla la burocrazia (serve il visto?)
  • Tieni d’occhio i usi orari
  • Valuta il budget, fai un business plan, calcola il costo della vita
  • Studia la cultura ospitante
  • Verifica la qualità della connessione internet: dovrai tenere alta la produttività, gestire il lavoro, i tuoi clienti, rispettare obiettivi e scadenze!

Che lavoro fanno i nomadi digitali?

In linea generale professioni creative in ambito di marketing digitale, IT, ma il cambio di paradigma economico accelerato dalla pandemia Covid-19 ha portato a diventare nomadi anche altre tipologie di lavoratori incentivati dalle politiche di smart working.

Concretamente i nomadi digitali svolgono qualunque lavoro permetta di raggiungere obiettivi professionali con il proprio datore di lavoro o –nel caso di imprenditori, sviluppatori di business, freelance– per i propri clienti, a distanza, online.

Tra il lavori più gettonati:

  • seo specialist
  • istruttori di fitness, yoga, pilates etc.
  • traduttori
  • digital marketers
  • youtuber
  • influencer
  • consulenti informatici
  • grafici
  • programmatori
  • insegnanti, coach
  • blogger
  • documentaristi
  • Social Media Stategist
  • copywriters
  • gestori di e-commerce
  • affiliate marketer

La lista può diventare infinita. Basta esista, lo ribadiamo, la possibilità di gestire tutto online.

Quanto guadagna un nomade digitale?

Dipende dal tipo di professione che svolge, dal settore, dal proprio portafoglio clienti. Il ventaglio di opzioni è molto ampio. Fornire dei numeri risulta molto complesso.

Secondo Cercalavoro.it  si può, ad esempio, arrivare a guadagnare più di 70.000 euro ogni anno, sappiamo però che si può guadagnare molto meno, così come siamo consapevoli che gestire un e-commerce o essere uno Youtuber o affiliate marketer di successo può far diventare questi numeri molto più grandi. 

La vita in movimento, il desiderio di libertà e, perché no, di uno stile di vita glamour  finanziato dai guadagni del proprio business nasconde comunque molte insidie da prendere in considerazione quando si intraprende la vita del nomade digitale. Per esempio:

Come pagano le tasse i nomadi digitali?

I vantaggi fiscali, uniti allo spirito d’avventura e alla conquista della libertà vitale, sono una delle caratteristiche che spingono molti lavoratori a sposare lo stile di vita nomade.

Come pagare le proprie imposte sul proprio reddito varia in maniera sostanziale a seconda dello Stato. Questo spinge i nomadi digitali a scegliere dove operare e dove farsi tassare i propri proventi per ottenere vantaggi sostanziali e ridurre la pressione fiscale dello Stato da cui provengono. Tuttavia, bisogna sempre considerare con raziocinio le possibili insidie.

Come sottolinea Francesco Migliorini su Fiscomania:

Nell’ambito della fiscalità internazionale, … La maggior parte dei Paesi applica criteri di tassazione basati sul principio della worldwide taxation. In base a questo principio ogni Stato ha il potere di tassare tutti i redditi, ovunque prodotti, delle persone fisiche e delle società che hanno residenza fiscale nel proprio territorio. In Italia questo principio è sancito dall’articolo 3 del TUIR.

Il concetto di residenza fiscale è spesso considerato in maniera diversa da Stato a Stato. Si può quindi arrivare a problemi di “dual residence”, da risolvere “attraverso l’applicazione delle Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate tra gli Stati coinvolti” (Migliorini).

Nel caso dell’Italia, per poter spostare la propria residenza fiscale all’estero, occorre:

  • iscriversi all’A.I.R.E. –Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero
  • essere domiciliati all’estero
  • essere residenti all’estero stabilmente

Quello della residenza è, di conseguenza, in linea di massima, il problema principale del nomadismo digitale.

il nomade digitale perde la residenza fiscale italiana solo se verifica i tre requisiti sopra indicati per un periodo almeno di 183 giorni all’anno (o 184 giorni per l’anno bisestile).

Senza la verifica della condizione temporale il nomade digitale non riesce a trasferire all’estero la propria residenza fiscale, e con essa rimangono in Italia gli obblighi di tassazione dei propri redditi di fonte estera.

Questo, secondo il principio della tassazione su base mondiale dell’articolo 3 del TUIR. (Migliorini, Fiscomania)

Riassumendo:

Diventare nomadi digitali non significa automaticamente perdere l’obbligo di pagare le imposte sul reddito nel proprio paese d’appartenenza. Bisogna in primo luogo focalizzarsi e gestire al meglio la situazione della propria residenza fiscale per poter capire dove andranno tassati i redditi percepiti in Stati terzi, all’estero.

Ad ogni modo molti Stati hanno recentemente implementato politiche per favorire la circolazione di nomadi digitali e incentivare lo scambio economico e culturale e semplificare la situazione fiscale.

I digital Nomad Visa

A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria Covid-19, se da un lato ha reso più complessa la possibilità di viaggiare anche all’interno dell’area Schengen ha portato molti Stati ad incentivare il lavoro dei nomadi digitali creando visti speciali atti a favorire l’ingresso di lavoratori stranieri: i digital nomad visa

Sostanzialmente sono permessi di viaggio che offrono al lavoratore lo status legale di professionista in viaggio per un periodo determinato che, ancora una volta, varia da Stato a Stato. Sono almeno 20 gli Stati che hanno creato dei visti che permettono di risolvere in parte e per un periodo determinato i problemi fiscali.

L’apripista è stata l’Estonia, ma allo stesso modo sono Stati digital nomad friendly: Georgia, Malta, Portogallo, Islanda, Portogallo, Barbados, Dubai, Anguilla, Capo Verde. Germania, Grecia e Spagna sono a loro volta attive nel proporre incentivi fiscali per attrarre nomadi digitali.

Matteo Lobina
Su Quintuplica scrivo di marketing. Ho creato Letteratura istantanea, ma questa è un'altra storia.

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