La storia di oggi racconta di una donna che ha avuto un inizio come tante ma che è poi riuscita a distinguersi.
Marina frequentava l’università e per togliersi i suoi sfizi, lavorava nella Rinascente di Piazza Duomo.
Completati gli studi ha continuato con questo lavoro ricoprendo vari incarichi finché ha prevalso il desiderio di mettere alla prova sia se stessa, sia un progetto che stava coltivando e in cui credeva molto.
Avviò così la sua prima azienda, precorrendo quelli che, da lì a poco, sarebbero stati meglio conosciuti come “negozi di outlet”.
Anni dopo, durante una vacanza, incontrò per la prima volta un coach. Il coaching era una materia quasi sconosciuta 20 anni fa. Marina si trovava però ad un crocevia importante della sua vita e la sua carriera da imprenditrice non le dava più stimoli.
La scoperta del coaching scatenò nuovamente in lei il desiderio di mettersi alla prova con una nuova sfida.
Iniziò così il suo percorso che poi non ha mai più abbandonato e, dopo anni di preparazione, l’ha portata a raggiungere l’importante traguardo di diventare la prima donna Master Certified Coach in Italia, coronando così un altro suo sogno.
Da allora, Marina si occupa di fornire – attraverso la sua scuola di coaching – formazione, consulenza e coaching ad aziende, dirigenti, managers, professionisti di varia natura, guidandoli nel raggiungimento dei propri obiettivi personali o di carriera ma anche di chiunque sia interessato ad intraprendere il suo stesso percorso come coach.
Considerata la sua ventennale esperienza nel coaching, l’abbiamo intervistata per sapere come si sta rapportando al cambio degli scenari determinato dall’avvento dell’era digitale.
Qual è oggi la più grande sfida da affrontare nel coaching?
Risposta di Marina – Diventare capace di unire due aspetti sfidanti: il miglioramento continuo per un’eccellente preparazione tecnica e del servizio offerto, la capacità di avere visibilità e differenziazione in un mercato sempre più competitivo.
In questo secondo aspetto, integro anche la competenza di acquisizione del cliente.
Nella mia esperienza, questi fattori sono aree di lavoro particolarmente importanti per ogni coach e necessitano di preparazione affiancata da un mentore esperto affinchè possano portare risultati gratificanti e di valore per il coach stesso, oltre che per il cliente che accompagna.
Come può un coach trasmettere ed educare all’intelligenza emotiva in un’epoca totalmente digitale?
Risposta di Marina – Stimolando il cliente all’attenzione costante e se stesso e a chi ha attorno.
Alleno a potenziare la propria capacità di attenzione, dentro e fuori di se stessi. Portando così la persona ad una miglior efficacia nel people management, nella gestione di risultati, aspettative e relazioni, sia col cliente esterno che interno. Generando così una efficacia relazionale che si riflette immediatamente sugli obiettivi organizzativi.
Questi aspetti sono fondamentali anche nell’integrare i millenials, che rappresentano un potenziale importante per l’organizzazione.
Accompagno l’incontro fra generazioni, risorse più senior di esperienza, che incontrano le nuove generazioni, che di solito ricercano maggiormente feedback, responsabilità e coinvolgimento all’interno dell’organizzazione.
Potenziando l’utilizzo dell’intelligenza emotiva supporto una sinergia molto più efficace ed utile agli obiettivi e alle relazioni sinergiche a favore del lavoro di team.
Come si sta muovendo con i nuovi strumenti digitali che sono diventati l’asset di punta dopo il periodo pandemico?
Risposta di Marina – Siamo una realtà leader del coaching e della consulenza digitale. La pandemia ci ha visti pronti ad affrontare la sfida ed in grado di accompagnare i nostri clienti senza fermare alcuna attività.
Da almeno 20 anni trasmetto con forza il messaggio che bisogna preservare la vicinanza umana e nello stesso tempo integrare strumenti che permettano modernità, costanza e dinamicità di intervento in ogni situazione.
Se si vuole essere al passo con i tempi è necessario restare ancorati alla realtà che si evolve nel mercato e nel paese. E “svecchiare” le prospettive che obbligano ai vecchi modelli di business.
Se non si fa questo passaggio, penso che sia anche difficile chiamarsi “coach” e accompagnare i clienti allo stesso traguardo, per dare linfa vitale ai propri progetti e risultati.
Progetti di coaching per il futuro?
Risposta di Marina – La coerenza con le richieste dei nostri clienti è per noi fondamentale. Il nostro progetto, quindi, è di continuare e rimanere un punto di riferimento di altissimo livello nel mondo della consulenza e della scuola di business coaching.
In un mondo in cui è difficile riconoscere un professionista veramente competente, noi desideriamo dare un fattivo supporto ai risultati di business e di people management.
Di conseguenza, i professionisti che fanno parte del nostro team e chi prepariamo col nostro metodo, devono essere rappresentati e rappresentativi della stessa eccellenza.